L’anguillola dell’aceto (Turbatrix aceti), è un piccolo nematode, cioè un verme con il corpo a forma cilindrica e sezione trasversale circolare, della lunghezza di 1-2 mm e la larghezza di 0,04 mm. La riproduzione avviene in seguito all’incontro tra gli spermatozoi e le uova; le giovani larve, fino a 45 per parto ogni 15-20 giorni, fuoriescono dalla parete dell’uovo ancora quando sono nel corpo materno (ovoviviparità).
TERRENO DI COLTURA E ALLEVAMENTO
L’allevamento dell’anguillola dell’aceto è estremamente semplice ed ogni singola colonia può sopravvivere diversi anni, purchè sia rabboccato il liquido di coltura che evapora nel tempo. Questa specie passa tutto il ciclo vitale nell’aceto, nutrendosi dei batteri della fermentazione batterica. La coltura standard prevede l’immissione, preferibilmente in una caraffa a collo stretto, di un substrato composto da 50% aceto bianco + 50% di acqua dolce ed
TERRENO DI COLTURA E ALLEVAMENTO
L’allevamento dell’anguillola dell’aceto è estremamente semplice ed ogni singola colonia può sopravvivere diversi anni, purchè sia rabboccato il liquido di coltura che evapora nel tempo. Questa specie passa tutto il ciclo vitale nell’aceto, nutrendosi dei batteri della fermentazione batterica. La coltura standard prevede l’immissione, preferibilmente in una caraffa a collo stretto, di un substrato composto da 50% aceto bianco + 50% di acqua dolce ed
una fetta di mela. In pratica quando si allestisce una coltura, si crea un piccolo ecosistema con un substrato (liquido + mela) per permettere la crescita numerica sia dei batteri, che, a loro volta, dei loro predatori: le anguillole. Il prelievo delle anguillole può iniziare già dopo circa 1 mese. A causa delle piccole dimensioni, il metodo più semplice è quello di mettere della lana di perlon sulla superficie del liquido di coltura e, sopra a questa, dell’acqua. Le anguillole verranno osmoticamente attratte nella parte superiore dove potranno essere aspirate con una siringa e somministrate in acquario.
VALORI NUTRIZIONALI ED UTILIZZO IN ACQUARIOFILIA
La quantità di lipidi stimata si aggira sul 40% del peso totale e le proteine intorno al 20% del peso secco. Vi sono pareri discordanti sui contenuti nutrizionali, infatti in altri lavori si dichiara un contenuto di: 80% - 90% acqua, 15%-22% grassi, 40% proteine. Nella pratica acquariofila tutto ciò vuol dire che l’alimento, nonostante una buona quantità di proteine, non può essere utilizzato come cibo unico, specie negli avannotti, ma può essere somministrato “una tantum”.
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